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26/09/25

Tonton Nico

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Lucie Beau alla Maratona di Berlino

Lucie Beau alla Maratona di Berlino

Dopo solo pochi anni di pratica seria, Lucie Beau si è già costruita una solida esperienza nella corsa. Domenica scorsa ha preso il via della Maratona di Berlino 2025, uno dei sette Major più prestigiosi al mondo, noto per il suo tracciato piatto e veloce. Questo appuntamento, che preparava da mesi, si è trasformato in una vera sfida fisica a causa del caldo e dell'umidità. Ma attraverso questa prova, Lucie ha dimostrato che l'essenza stessa del running risiede nel piacere, nella determinazione mentale e nella capacità di rialzarsi. Ritratto di una runner che vive la sua passione con gioia e sincerità.
 

Un'appassionata che ama allenarsi

Lucie non è di quelle che giurano solo sul cronometro. Per lei, la parte più esaltante non è il traguardo, ma il percorso che ci conduce. Lo dice senza mezzi termini: "Non amo particolarmente partecipare alle gare, mi piace soprattutto prepararle." Costruire un piano, susseguire le sedute, imparare a conoscere meglio il proprio corpo: ecco ciò che la anima. Questo approccio quasi scientifico alla corsa le permette di progredire passo dopo passo, pur traendo il massimo piacere. Ogni uscita lunga è una scoperta, ogni ripetuta una conquista personale. Nella sua pratica, l'allenamento è il motore del miglioramento, ma anche una fonte di piacere quotidiano.

 

Maratona di Berlino 2025: una preparazione perfetta messa alla prova dal caldo

La Maratona di Berlino era l'obiettivo principale di Lucie per il 2025. Dopo diversi mesi di preparazione, segnati da una costanza esemplare e da una forma che lei stessa definisce "incredibile", si sentiva pronta. Accompagnata dalla sua coach Marine Échevin (atleta della Team Tonton Outdoor), aveva trovato un equilibrio tra rigore e piacere. Ma il giorno della gara le condizioni meteo hanno cambiato le carte in tavola. Sulla linea di partenza, già alle 9, il termometro segnava oltre 22 gradi, con un tasso di umidità intorno al 65%. Condizioni tutt'altro che ideali per correre 42,195 km...

Ben presto Lucie ha avvertito gli effetti del caldo. Il corpo ha reagito: colpi di calore, nausea, vomito. Tre volte si è fermata sul bordo della strada, tentata dall'abbandono. Eppure ha rifiutato di cedere. Il cronometro è diventato secondario: l'essenziale era un altro, superare il traguardo. "Per me, abbandonare è solo in caso di infortunio. Lì potevo continuare più lentamente, quindi ho proseguito", spiega. Si è aggrappata alla gara, sostenuta dagli incoraggiamenti dei suoi cari venuti in tanti. "Degli amici mi hanno fatto la sorpresa di venire a Berlino appositamente per l'occasione, dovevo arrivare fino in fondo." Il passaggio dalla Porta di Brandeburgo, simbolo forte della prova, resta nella sua memoria come un istante di liberazione. "È finalmente finita, ce l'ho fatta", si è detta stringendo i pugni, nonostante la stanchezza.

Se Berlino non le ha regalato il risultato sperato, Lucie conserva però un'impressione positiva. Il percorso, ampio e scorrevole, è ideale per i record. "È un tracciato favorevole alla performance. A differenza della maratona di Parigi, dove tunnel, sampietrini e rilanci affaticano le gambe, Berlino offre lunghe linee rette senza tranelli." Ha comunque avvertito la densità del gruppo, che le ha impedito di trovare subito il ritmo in partenza. Ma per lei una certezza resta: in condizioni ideali, questa maratona è perfetta per ottenere grandi prestazioni.

 

Il ruolo chiave della sua coach Marine Échevin

Da qualche mese Lucie si allena sotto la guida di Marine Echevin. Il loro rapporto è al tempo stesso semplice e solido, basato su una fiducia totale. "Ho una fiducia cieca in lei", assicura Lucie. Marine sa ascoltare, adattare i piani alle esigenze professionali della sua atleta e ridarle il gusto dell'allenamento. Questa alchimia le consente di progredire senza farsi sopraffare dalla pressione della performance.

Un episodio illustra perfettamente questa relazione. Durante la Ronde des Douaniers de l'Ultra Marin 2025 (34 km), Lucie si è gravemente infortunata alla caviglia. Pensava di rimandare gli esami medici, ma Marine ha insistito: "Se puoi andare a fare una visita subito, vai." Grazie a questo consiglio, Lucie ha ottenuto rapidamente una diagnosi rassicurante ed è riuscita a evitare una lunga immobilizzazione. Senza questa rapidità d'intervento, la sua maratona di Berlino avrebbe potuto essere compromessa. Questo sostegno costante, al tempo stesso professionale e umano, alimenta un rapporto di fiducia raro tra coach e atleta.
 

Una visione impegnata della corsa al femminile

A Berlino Lucie è stata colpita dal numero crescente di donne presenti nei settori di partenza veloci. "Nel mio gruppo intorno alle 3 ore c'erano molte ragazze. È stato bello da vedere." Per lei, è la prova che la corsa sta diventando sempre più femminile e che sempre più donne osano iscriversi alle gare. Si dice ammirata da tutte le persone che prendono il via, che puntino a un crono di 2h20 o di 4h30. "Qualunque sia l'obiettivo, ogni donna o uomo che parte è una fonte di ispirazione", sottolinea.

Ma Lucie è lucida: restano degli ostacoli. Alcune donne non osano correre da sole, soprattutto la sera. Altre non riescono a ritagliarsi tempo per sé, prese dal carico mentale e dalle responsabilità familiari. Rimpiange che la società non valorizzi sempre la pratica sportiva femminile, ma crede in un'evoluzione positiva. "La cosa più importante è che ognuna si conceda il diritto di fare sport e, soprattutto, di divertirsi", conclude.

 

Dai inizi modesti a una passione affermata

La storia di Lucie con la corsa inizia nel 2018, quasi per caso. Dopo 13 anni di pallavolo, la giovane professionista parigina decide di correre occasionalmente per sfogarsi. Dopo un periodo in Canada, dove la cultura è più orientata verso la palestra, riprende seriamente la corsa durante il confinamento del 2020. Tornata in Francia si iscrive a una prima mezza maratona a Rennes, poi scopre l'Ultra Marin. Questa gara diventa il suo appuntamento annuale, con i 34 km nel 2022, poi i 56 km nel 2023 e i 100 km nel 2024 che l'hanno segnata profondamente. "Adoro correre a lungo, la lunga distanza è fantastica."

 

L'equipaggiamento di Lucie Beau alla maratona di Berlino

  • Scarpe : Asics Metaspeed Sky Tokyo, scelte per il loro dinamismo e comfort.
  • Abbigliamento : principalmente Adidas, tra pantaloncino compressivo, t-shirt e reggiseno da running, un marchio che predilige per la sua affidabilità.
  • Occhiali : Julbo Frequency, adatti alle lunghe distanze e alle variazioni di luminosità.
  • Nutrition : gels Maurten 100 e gomme energetiche TA, con una piccola preferenza dichiarata per il gusto fragola (piccola debolezza di Lucie).
  • Elettronica : auricolari Shokz Openfit 2+ e orologio Garmin Forerunner 255 S.
     

Ottobre Rosa: sport e prevenzione

Dal punto di vista professionale, Lucie lavora nel settore medico, a contatto con oncologi. Non sorprende quindi che il messaggio di prevenzione di Ottobre Rosa risuoni profondamente in lei. Ricorda una cifra significativa: l'80% dei problemi di salute è legato allo stile di vita. "Lo sport è vita!". Per lei, Ottobre Rosa non è solo un mese simbolico, ma l'occasione per ricordare ogni anno l'importanza dell'attività fisica per la salute delle donne. Correre, camminare, nuotare o pedalare: poco importa la forma, l'importante è muoversi.
 

Strava e la tentazione del confronto

All'era dei social, Lucie ha uno sguardo lucido su Strava e le sue derive. "Bisogna riuscire a correre per sé e non per gli altri." Apprezza la dimensione comunitaria, ma rifiuta di cadere nella logica del confronto permanente. Per preservare la sua privacy sportiva, sceglie di nascondere alcune uscite, in particolare le sedute di andatura. "Non voglio che la gente giudichi i miei allenamenti." La sua filosofia è chiara: Strava deve restare uno strumento di monitoraggio e condivisione, non una vetrina di prestazioni.
 

Al di là delle prestazioni, Lucie Beau sostiene un approccio semplice e motivante allo sport. Il suo consiglio è chiaro: "Sia il Suo obiettivo. Poco importa la distanza o il crono, l'importante è muoversi e farlo per sé." In un mondo dove il confronto è onnipresente, il suo messaggio suona come un promemoria essenziale. Per lei, la corsa non è solo una disciplina sportiva, è una scuola di vita, fatta di resilienza, fiducia e libertà. Attraverso il suo percorso, Lucie dimostra che correre è prima di tutto una questione di cuore e volontà.
 

Vogliamo ancora una volta fare i complimenti a Tata Lucie per questa magnifica prestazione alla Maratona di Berlino!

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