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30/08/22

Tata Camille

La bretagnarde

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Da Chamonix a Zermatt: uno dei trekking più spettacolari d’Europa

Da Chamonix a Zermatt: uno dei trekking più spettacolari d’Europa

Dal Monte Bianco fino al Cervino, la "haute-route" (definizione attribuita a questo leggendario itinerario che costeggia le più imponenti cime di 4000 metri delle Alpi) attira un numero crescente di escursionisti desiderosi di uscire dai sentieri battuti. Ma attenzione! Gli straordinari paesaggi di Chamonix e del Vallese si conquistano e richiedono una buona condizione fisica, resistenza e un equipaggiamento impeccabile per godersi appieno queste 7 a 14 giornate di cammino, a seconda dell’itinerario e del tipo di trekking scelto. Dopo la micro-avventura di 4 giorni in bici nel Finistère di Camille, siete pronti a seguire Zio Pierre tra queste due mitiche località alpine? Si parte!


Zermatt e il Cervino: dalla crema Mont-Blanc al Toblerone!

Dalla crema Mont-Blanc al Toblerone, vi dice qualcosa, cari amici sportivi e avventurieri? Per chi non è esperto di cucina o allergico alla geografia, Zermatt, la nostra destinazione finale in Svizzera, è spesso rappresentata dall’iconica immagine dell’imponente montagna che sovrasta la città: il Matterhorn (Cervino in francese), che campeggia su tutte le confezioni di cioccolato "Toblerone" di cui vi deliziate dicendo “dai, oggi sono in recupero e fa anche bene alla salute!”

Storicamente, questo classico trekking alpino non fu inaugurato nel 1903 dalle guide della Compagnie des guides de Chamonix per mangiare cioccolato all’arrivo, ma per collegare due delle più grandi stazioni alpine. L’obiettivo: attraversare numerosi ghiacciai che consentivano una giunzione quasi ininterrotta per quasi 100 chilometri. Oggi, il percorso originario della "haute-route" si è trasformato in più varianti: inverno o estate, con gli sci o a piedi, assistiti o in autonomia, ce n’è davvero per tutti i gusti.

Da metà giugno a metà settembre è il periodo ideale per lanciarsi in questo trekking, perché molti rifugi sono aperti indipendentemente dalla variante scelta. Il nome "haute-route" fu scelto in riferimento all’altitudine media molto elevata dei primi itinerari, che attraversavano passi oltre i 3600 metri tra Francia e Svizzera. Nella sua versione moderna ed estiva, lo spirito della "haute-route" resta intatto, potete stare tranquilli: si superano infatti diversi passi a 2900 metri e senza ossigeno supplementare.

Sappiate che questo trekking vanta un valore aggiunto non trascurabile: il suo panorama mozzafiato che, dal Monte Bianco al Matterhorn, ci immerge tra le più belle cime di 4000 metri. Perché proprio qui, vi chiederete? Semplicemente perché il massiccio del Monte Bianco insieme alle Alpi vallesane racchiude 69 delle 82 cime sopra i 4000 metri di tutte le Alpi. Dopo questa straordinaria, anzi, immensa avventura, sarà difficile tornare alla "vita quotidiana"! Preparate i vostri migliori sfondi per lo smartphone e foto da appendere alle pareti in attesa della prossima stagione, per rivivere questa esperienza "fuori dal tempo"!

Lo spettacolo offerto da queste montagne è visivamente straordinario, la storia geomorfologica delle valli, quella dei primi pionieri su queste terre, la vita segreta degli animali che qui vivono e sopravvivono estate e inverno: sono tutte curiosità da approfondire. Non vi accorgerete del tempo che passa. Questo "Cham - Zermatt" per gli amici, invita al viaggio, alla scoperta e all’autenticità.


Dalla Francia alla Svizzera lungo la "haute-route": da 120 a 225 chilometri, scegliete il vostro menù

La versione scelta dal mio gruppo di escursionisti è stata autentica: abbiamo tenuto lo zaino sulle spalle dall’inizio alla fine, senza trasporto bagagli che potesse alleggerire le nostre gambe. Eh sì! Veri Venere e Apollo! Ammetto che, per tre volte (soltanto), abbiamo approfittato di un trasferimento in navetta per completare il tour in sette giorni. Questo ci ha risparmiato lunghe ore sul fondovalle, senza particolare interesse paesaggistico rispetto a ciò che ci attendeva in quota. Da Trient a Siviez, poi da Arolla ai Mayens de Cotter e infine da Saint-Nikklaus a Zermatt. Una piccola logistica semplice ma davvero apprezzata e necessaria. Per il resto, le mie cinque "leggende" – sì, i miei clienti sono stati davvero meritevoli, con un livello di simpatia quasi da record mondiale – hanno comunque coperto 120 chilometri e 7840 metri di dislivello positivo con il sorriso, nonostante gli zaini da trekking ben carichi di attrezzatura tecnica, indispensabile per affrontare le incognite climatiche. Alla fine, questa estate particolarmente secca (purtroppo) ci ha permesso di fare tutto il percorso in t-shirt!

Su altri itinerari, questa traversata alpina può estendersi fino a 14 giorni e 225 chilometri. “Quando si ama, non si conta!”, affermano alcuni escursionisti… Dal punto di vista tecnico, c’è di tutto: sentieri ben segnalati nei boschi, prati alpini verdi punteggiati da fiori rari dai colori vivaci e dai nettari apparentemente deliziosi (parola di un’ape incontrata sul sentiero), immersioni in ambiente roccioso e minerale quando ci si avvicina ai passi, attraversando l’habitat degli stambecchi. Tutte le varianti affrontano questi vertiginosi passi a quasi 3000 metri, da cui si ammira il panorama delle cime innevate del Vallese. Il più alto che superiamo è il colle di Prafleuri a 2987 metri, seguito poco dopo dal colle dell’Augstbordpass a 2970 metri. Tra questi due, i classici e spettacolari "Pas de chèvres" e "Pas du Chat" rispettivamente a 2855 e 2479 metri ci hanno dimostrato che il "Cham - Zermatt" si conquista con sforzi notevoli, sempre però ricompensati da panorami incredibilmente sontuosi. Giorno dopo giorno, davanti a noi si ergono questi leggendari guardiani delle Alpi oltre i 4000 metri, spesso ornati dai loro ghiacciai come il Grand Combin, la Dent Blanche, lo Zinalrothorn, il Weisshorn e il Cervino.

Molto vario, tra ghiacciai e laghi, alpeggi e villaggi, devo ammettere che questo raid è stato uno dei più belli che abbia mai percorso. Come "Zio", vi consiglio di preparare questo trekking sia fisicamente che dal punto di vista dell’attrezzatura, perché il peso dello zaino incide direttamente sulla vostra fatica e quindi sul piacere. Godersi al massimo il "Cham-Zermatt" significa essere ben equipaggiati e leggeri: niente superfluo, niente flaconi di balsamo, niente spazzole diverse per i capelli, niente spazzolino elettrico con caricatore, niente olio da barba o Pento! Qui è montagna: spazio alla semplicità e al naturale. Ma attenzione alla regola d’oro: non risparmiate sulla tecnicità.


Materiali e attrezzature indispensabili per il celebre trekking Chamonix-Zermatt

Per affrontare questo lungo trekking alpino, vi suggerisco una lista di materiali indispensabili per la vostra sicurezza, comfort e piacere

  • Scarpe adatte ai terreni di montagna, leggere, sia a collo alto che a collo basso! (scoprite la nostra selezione di scarponi alti Uomo, scarponi alti Donna, scarpe basse Uomo, scarpe basse Donna)
  • Uno zaino da 30-35 litri ideale, con regolazione pettorale e ventrale
  • Un sistema di idratazione ovviamente: borraccia, flask o ancora meglio: una soluzione con filtro integrato, per poter bere da torrenti e ruscelli!
  • Pantaloncino tecnico a rapida asciugatura e pantalone leggero! (scoprite i pantaloncini Uomo, i pantaloncini Donna, i pantaloni Uomo, i pantaloni Donna)
  • T-shirt tecnica leggera e una maglia a maniche lunghe in merino
  • Una giacca antivento impermeabile tipo Gore-Tex
  • Un piumino ben comprimibile, in piuma
  • Un contenitore per la vostra alimentazione
  • Un set di posate riutilizzabili
  • Un coltello/pinza multiuso tipo "Leatherman" per tagliarvi il braccio nel caso restasse incastrato sotto una pietra (guardate il film "127 ore")
  • Un accessorio per la protezione: cappellino/visiera, buff, occhiali da sole
  • Crema solare
  • Bastoncini da trekking pieghevoli e leggeri
  • Lampada frontale
  • Tappi per le orecchie (eh sì, i rifugi pullulano di russatori dalle tonalità più disparate)
  • Power bank sottile e leggero
  • Lenzuolino in seta
  • Barrette ai cereali, gel, frutta secca, tutto ciò che si mangia tranne il barattolo di Nutella, troppo pesante!
  • Orologio GPS per salvare le vostre imprese e non perdersi
  • Piccolo kit di primo soccorso
  • Coperta di sopravvivenza
  • Un asciugamano leggero tipo trekking
  • Una corda da 30 metri per gruppo, per i passaggi delicati e le emergenze
  • Tanta energia positiva

Per leggere altri racconti avventurosi, non esitate a consultare la nostra sezione Testimonianze e ispirazioni con in particolare l’ultra-trail di Serre-Ponçon, raccontato da Emeline! 


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