Un mostro di granito che sfida il cielo. Ecco come molti descrivono l’Aiguille des Drus, questa sentinella di pietra che culmina a 3 754 metri nel cuore del massiccio del Monte Bianco. Visibile dalla valle di Chamonix, affascina per le sue linee pure, la sua estetica, ma anche per le sfide tecniche che impone. Salire i Drus significa affrontare uno dei pilastri dell’alpinismo più impegnativi, dove ogni appiglio è una lotta e ogni via un monumento nella storia della montagna.
Chi furono i primi a salire i Drus ?
1876 : un'ascensione leggendaria
La storia inizia il 12 agosto 1876. La guida chamoniarda Alexis Bovier-Lapierre, insieme a Henri Cordier e Thomas Middlemore, raggiunse la cima della Petite Aiguille des Drus (3 733 m). Ma il Grand Dru rimase inviolato, ritenuto inaccessibile all’epoca. Fu solo nel 1878 che la guida chamoniarda Jean Charlet-Straton, dopo diversi tentativi infruttuosi, riuscì in solitaria a conquistare la vetta del Grand Dru (3 754 m). Un'impresa celebrata in tutta la comunità alpinistica.
Una montagna di sfide
I Drus divennero presto un terreno di gioco per gli alpinisti di alto livello. Il granito compatto e ripido, le pareti vertiginose, le frequenti cadute di massi: ostacoli che rendono i Drus una cima a sé. La parete ovest, vero e proprio muro verticale, è ancora oggi un mito dell'alpinismo moderno.
Grandi ascensioni e racconti memorabili
La via Allain-Leininger (1935)
Tra le grandi prime, impossibile non citare la via Allain-Leininger, aperta nel 1935 sulla parete nord. Pierre Allain, uno dei pionieri dell'arrampicata moderna, e Raymond Leininger portarono oltre i limiti della loro epoca questa ascensione audace, impiegando tecniche di progresso nuove, come i chiodi ad espansione.
Walter Bonatti e la parete ovest (1955)
Ma la vera leggenda dei Drus è Walter Bonatti, alpinista italiano fuori dal comune. Nel 1955 compì uno degli exploit più importanti della storia dell'alpinismo: la salita in solitaria e in inverno della parete ovest dei Drus. Cinque giorni da solo davanti al granito, in condizioni invernali infernali, scalando un muro liscio reputato invalicabile. Un'impresa che segnò la storia e consacrò Bonatti nel pantheon degli scalatori leggendari.
I Drus oggi: una montagna in movimento
Frane e ricomposizioni
Il granito dei Drus, per quanto solido, non è eterno. Dalla fine degli anni Novanta diversi crolli importanti hanno ridisegnato la parete ovest, in particolare nel 1997 e nel 2005, facendo scomparire alcune vie storiche e creandone di nuove. Queste instabilità ricordano che la montagna è viva e che l’arrampicata sui Drus resta una sfida in cui l'adattamento è una qualità essenziale.
Pareti, itinerari e difficoltà
Le vie emblematiche
- Via normale dal versante sud (Petits Drus) : l'itinerario classico, ma tecnico, con passaggi di arrampicata sostenuta (difficoltà IV/V).
- Via Allain-Leininger (Parete nord) : una grande classica dell'alpinismo misto, valutata TD+.
- Parete ovest : oggi in parte impraticabile dopo i crolli. Vecchie vie mitiche come la via Bonatti sono scomparse nelle cadute di massi.
Un terreno esigente
L’arrampicata sui Drus non è per tutti. È necessaria una solida esperienza alpina, un'eccellente condizione fisica e mentale, oltre a una padronanza delle tecniche di arrampicata artificiale e tradizionale. Le condizioni cambiano rapidamente e il rischio di caduta di massi è costante.
Quale equipaggiamento per salire i Drus ?
Abbigliamento tecnico
- Intimo tecnico in lana merino per la regolazione termica.
- Softshell e hardshell (tipo Gore-Tex) per affrontare vento e pioggia.
- Piumino per i bivacchi o le soste in quota.
Materiale d'arrampicata
- Corda doppia : leggera, adatta alle grandi vie di montagna.
- Set di nuts e friends : indispensabile per le fessure del granito chamoniard.
- Chiodi e martello : ancora utili su alcuni passaggi esposti.
- Ramponi e piccozza : se la salita avviene all'inizio o alla fine della stagione (neve/ghiaccio).
Materiale di sicurezza
- Casco da alpinismo : obbligatorio vista la possibilità di caduta di massi.
- Imbrago, rinvii e longe.
- Sistema di comunicazione radio.
La sfida ambientale: preservare i Drus
Anche se meno colpita dal turismo di massa rispetto all’Everest, la valle di Chamonix e le sue cime, compresi i Drus, registrano un afflusso di alpinisti che lascia tracce. Le vie storiche, già fragilizzate dai crolli e dalla frequentazione, richiedono una gestione ragionevole.
Un appello alla responsabilità
L'alpinismo è un privilegio, e salire i Drus comporta una forte etica: limiti il suo impatto, rispetti gli itinerari, non abbandoni materiale e si informi sulle condizioni per evitare di aggravare l'erosione naturale.