Nello sport, come in molti altri ambiti, persistono troppi pregiudizi che ostacolano l'accesso, l'impegno o la progressione di molte persone. Da Tonton Outdoor riteniamo sia giunto il momento di mettere fine a queste idee preconcette e di costruire un terreno di gioco dove ognuno e ognuna possa esprimersi senza barriere di genere.
Perché parlare di sport e genere ?
Perché comprendere le differenze di genere nello sport vuol dire comprendere gli ostacoli ancora presenti nelle pratiche. Nel 2023, le disuguaglianze permangono : le donne restano meno numerose a praticare regolarmente uno sport e meno visibili nei media sportivi. Secondo l’INJEP, il 45 % delle donne e il 50 % degli uomini sopra i 16 anni dichiaravano praticare un'attività fisica regolare. Questi dati rivelano che c'è ancora strada da fare per raggiungere una vera parità nello sport.
I dati chiave da conoscere
Alcune statistiche recenti permettono di comprendere meglio la realtà :
- Solo 4,8 % del tempo di trasmissione televisiva delle competizioni sportive in Francia nel 2021 riguardava lo sport femminile
- Nelle federazioni sportive francesi, circa il 60 % degli iscritti sono uomini
- Lo sport femminile rappresenta solo il 18 % della copertura mediatica dei quotidiani sportivi francesi
- Le donne occupano meno del 30 % delle posizioni di direzione nelle federazioni sportive
Questi dati ricordano che l’accesso, il riconoscimento e la valorizzazione delle donne nello sport restano questioni fondamentali.
I pregiudizi comuni da combattere
I pregiudizi di genere persistono nello sport, che riguardino la pratica, la performance o perfino la scelta dell'attrezzatura. È tempo di destrutturarli.
1. "Lo sport è per gli uomini"
Questa idea preconcetta è profondamente radicata. Eppure nulla dimostra che uno sport sia "maschile" o "femminile". Trail, arrampicata, triathlon o allenamento con i pesi: queste discipline richiedono tecnica, rigore e passione, non un genere particolare. Nel 2023, la partecipazione femminile ai trail oltre i 50 km è aumentata del 18 % in due anni secondo la Fédération Française d’Athlétisme. Una prova che le barriere stanno cadendo.
2. "Le donne sono meno performanti"
Esistono differenze fisiologiche, ma non determinano la performance. Sulle ultra-distanze, le donne tendono anzi a ridurre il divario con gli uomini. In gare oltre i 100 km, il divario medio di performance è solo del 6 %, contro il 20 % nella maratona. La performance dipende soprattutto dall’allenamento, dalla strategia, dal recupero e dalla testa: qualità universali.
3. "Alcuni sport non sono fatti per le donne"
Ancora un pregiudizio persistente. L'allenamento con i pesi, il trail di lunga distanza o la mtb tecnica non sono "sport da uomini". Le donne che si dedicano a queste discipline brillano per tecnicità e resistenza mentale. La arrampicatrice francese Oriane Bertone, ad esempio, è diventata una delle figure mondiali dell’arrampicata a soli 19 anni. Le pratiche outdoor non hanno genere, hanno solo appassionati.
4. "Le donne devono fare sport per il benessere, non per la performance"
Questo pregiudizio rinchiude ancora molte praticanti. Sì, lo sport contribuisce al benessere, ma è anche uno spazio di competizione e di crescita personale. Anche le donne vogliono performare, battere record, migliorare, e non solo "rilassarsi". Da Tonton Outdoor crediamo che la ricerca della performance sia universale, indipendentemente dal genere.
Le disuguaglianze di accesso allo sport
Gli ostacoli non sono solo culturali: sono anche strutturali. L’accesso alle infrastrutture, al finanziamento, alla visibilità mediatica e alla formazione resta diseguale a seconda del genere.
Le tessere sportive
Le donne rappresentano circa il 40 % degli iscritti sportivi in Francia. Se alcune discipline come la ginnastica o la danza sono prevalentemente femminili, altre restano dominate dagli uomini, come il calcio (meno del 6 % di tessere femminili).
I media e la visibilità
Meno del 5 % del tempo di trasmissione sportiva è dedicato alle competizioni femminili. Questa mancanza di visibilità genera un circolo vizioso: meno modelli, meno sponsor, meno praticanti. Eppure sono molte le atlete femminili che realizzano veri exploit sportivi. Promuovere le donne nello sport passa quindi anche dalla loro messa in luce.
La sensazione di insicurezza
Secondo uno studio pubblicato da Le Monde nel 2025, il 40 % delle podiste dichiara di essere già stata vittima di molestie o insulti durante le loro attività outdoor. Questa sensazione di insicurezza costituisce un freno importante alla pratica sportiva femminile, specialmente in serata o in luoghi isolati.
Equipaggiamento e genere: ripensare la progettazione
L’equipaggiamento gioca un ruolo cruciale nell’inclusione. Per troppo tempo, i prodotti femminili sono stati pensati come semplici declinazioni estetiche dei modelli maschili.
Prodotti adattati, non contrassegnati dal genere
Da Tonton Outdoor incoraggiamo i marchi a progettare prodotti adatti alla morfologia, non al genere. Per esempio, gli zaini idrici e le cinture da running sono oggi pensati per adattarsi a tutte le silhouette, senza distinzione.
Un marketing più inclusivo
Le immagini sportive devono rappresentare la diversità: uomini, donne, senior, principianti, atleti confermati. Mostrare la pluralità dei praticanti significa incoraggiare ciascuno a riconoscersi e a provare.
Le leve del cambiamento
Come far evolvere la situazione? Con la parola, l’educazione e l’azione collettiva. Ecco alcune piste concrete.
1. Educare fin dalla più tenera età
Promuovere la mixité nelle attività sportive scolastiche è essenziale. Incoraggiare ragazze e ragazzi a praticare insieme, ad apprendere la cooperazione e non la competizione di genere.
2. Valorizzare i modelli femminili
La visibilità è una chiave. Mettere in risalto le atlete femminili, siano esse professioniste o amatoriali, permette di spezzare gli stereotipi e di ispirare la prossima generazione.
3. Formare gli operatori e gli allenatori
Un discorso inclusivo ed equo favorisce la fiducia e la motivazione. Gli allenatori svolgono un ruolo essenziale nella lotta contro i pregiudizi.
4. Scegliere marchi impegnati
Sostenere i marchi che si impegnano per la parità donne-uomini è un modo concreto di agire.
Conclusione : uno sport per tutte e tutti
Lo sport non ha genere. Ha passioni, sforzi, sorrisi e vittorie condivise. Superare i pregiudizi significa aprire la porta a una pratica più libera, più giusta e più umana. Ogni passo avanti è una vittoria collettiva. Da Tonton Outdoor crediamo che la montagna, il sentiero e la strada appartengano a tutti. Insieme, facciamo dello sport uno spazio di inclusione e di emancipazione.