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19/12/24

Tata Maud

La baroudeuse

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Sport, competizione e ciclo mestruale: quando il corpo detta le sue regole

Sport, competizione e ciclo mestruale: quando il corpo detta le sue regole

Una macchia di sangue sulle gambe, la paura di una chiazza o crampi lancinanti: per molte sportive le mestruazioni rappresentano talvolta una prova in più, nascosta in un ambiente dove il superamento di sé è sovrano. Se i tabù si sgretolano a poco a poco, le difficoltà però restano.

Lo scorso novembre, l’immagine dellatleta cinese, Li Meizhen, che tagliava il traguardo di una maratona con le gambe macchiate, ha suscitato un’ondata di reazioni, tra ammirazione e imbarazzo. Una scena — non così rara — che mette in luce un tema troppo spesso ignorato: come conciliare ciclo mestruale e pratica sportiva ad alto livello?

Per comprendere meglio questa problematica, abbiamo raccolto le testimonianze di due atlete della team Tonton Outdoor: Manon Lobjois, triatleta, ed Emilie Brouard, podista. Senza giri di parole, ci raccontano come fanno a destreggiarsi tra gare e ciclo mestruale, rompendo il silenzio su una realtà troppo spesso taciuta.

Manon Lobjois

Correre durante il ciclo doloroso: una sfida silenziosa

Invisibile agli occhi del grande pubblico, l’impatto delle mestruazioni sulle sportive è però reale. Dolori addominali, ritenzione idrica, irritabilità, affaticamento… Secondo un’indagine del Ministère chargé des Sports, l’84% delle atlete di alto livello considera il ciclo mestruale una difficoltà per la propria pratica.

Manon Lobjois è tra queste. Soffrendo di endometriosi, ha dovuto presto fare i conti con cicli dolorosi durante gli allenamenti.  "Stavo piegata dal dolore, la frequenza cardiaca saliva alle stelle, avevo svenimenti", racconta. A questo si aggiunge una sensazione di intorpidimento alle gambe. Con sedute che possono arrivare fino a dieci ore a settimana, nei periodi di allenamento intenso, la giovane ha imparato ad ascoltare il proprio corpo.

"Per molto tempo ho continuato a forzare, pensando fosse una questione di volontà. Oggi ho capito che bisogna rallentare." Sei giorni al mese i suoi allenamenti intensivi lasciano il posto a uscite più dolci, in corsa leggera o in bicicletta, a causa dei suoi dolori mestruali.

Questa sensazione di intorpidimento, Emilie Brouard l’ha sperimentata a sua volta. Parla di «formicolii dallo stomaco fino alle ginocchia» che disturbano gli allenamenti. Se, diversamente da Manon, queste sensazioni non la costringono a modificare il programma, rimangono comunque un fastidio aggiuntivo. "Ogni ciclo è diverso, bisogna adattarsi giorno per giorno", spiega.

Emilie Brouard

Il ciclo in gara: un rompicapo logistico

Se adattare gli allenamenti è ancora possibile, le competizioni non offrono le stesse margini di manovra. "Gli uomini non si rendono sempre conto dell’organizzazione che serve", osserva Emilie. Pianificare una gara in funzione del proprio ciclo a volte è un esercizio di equilibrismo, se non impossibile.

Manon lo ha sperimentato amaramente durante la preparazione per il Marathon de Paris 2024, una corsa simbolica per lei. Il suo ciclo, previsto proprio il giorno della gara, l’ha costretta a prendere una pillola contraccettiva per posticiparlo. Ma gli effetti collaterali non si sono fatti attendere. "È stato un incubo: sanguinavo di continuo, poi più per nulla, poi di nuovo."

Determinata a proseguire la preparazione, si è rivolta agli antinfiammatori. "Per un mese e mezzo ne ho presi quasi ogni giorno. Sapevo che non era una buona idea, ma volevo dimostrare che ce l’avevo fatta." Ma a due giorni dalla gara il ciclo naturale è tornato. L’intensità del dolore e il calo energetico del corpo sono stati tali da costringerla al ritiro. "Non sono mai stata così distrutta. Tre mesi di preparazione, per nulla", confida.

Dopo quell’episodio la triatleta decide di smettere la pillola e prendere le distanze dagli antinfiammatori. Recupera gradualmente l’ascolto del proprio corpo, ma la realtà si ripresenta bruscamente: una frattura da stress, conseguenza degli sforzi mascherati dai farmaci.

Pratique sportive mensutrations

Le mestruazioni influenzano le prestazioni sportive?

Di fronte a queste sfide, sempre più atlete adottano il cosiddetto "cycle syncing". Questo approccio permette di sfruttare i momenti in cui il corpo è naturalmente più performante. Durante la fase follicolare (i giorni dopo il ciclo), le sportive possono privilegiare sedute intense, mentre nella fase luteale (prima del ciclo) si concentrano su attività più leggere.

"La settimana dopo il ciclo sono al massimo della forma. Lavoro allora sulla velocità e sulla resistenza. Durante il ciclo privilegio sedute più dolci, come lo yoga", spiega Manon.

Sul suo account Instagram, l’ex atleta di alto livello Emma Oudiou è una convinta sostenitrice di questo metodo.  "C’è ancora pochissima educazione sull’adattamento dei programmi di allenamento al ciclo mestruale, sia per le sportive che per lo staff, mentre saperlo gestire efficacemente è una vera risorsa."

Se Emilie non aveva mai collegato i due aspetti, per mancanza di informazioni, non esclude di approfondire l’argomento. Strumenti come le app Clue o Flo consentono infatti alle sportive di monitorare il proprio ciclo e ottimizzare le prestazioni. È anche un’occasione per mettere in luce eventuali irregolarità. "Se il mio ciclo non sembra influire sulle prestazioni, invece la mia pratica intensa influenza il ciclo", racconta Emilie.

Come lei, molte atlete di sport ad alto livello affrontano cicli irregolari, o addirittura l’assenza di ciclo. È quello che si definisce: l’amenorrea. Questo disturbo, spesso scatenato da un deficit energetico, altera la produzione di estrogeni. Le conseguenze non sono trascurabili. Nel breve termine subentra affaticamento e aumentano gli infortuni. Nel lungo termine il rischio di osteoporosi cresce considerevolmente a causa dell’indebolimento delle ossa.

Règles douloureuses et course à pied

Confronto tra protezioni igieniche per correre

Far sparire il ciclo tramite la pillola non è una scelta neutra nel mondo sportivo. La pillola contraccettiva influisce anche sui livelli ormonali, in particolare su estrogeni e testosterone, due molecole intimamente legate alla performance degli atleti.

E le sportive che continuano ad allenarsi durante il ciclo? Per chiarire le idee, abbiamo elencato le protezioni igieniche preferite dalle runner.

 

Vantaggi

Svantaggi

Ideale per

Tamponi e assorbenti

Pratici, accessibili

Scomodi, talvolta chimici

Distanze brevi

Cup mestruale

Eco-responsabile, riutilizzabile

Richiede una manutenzione scrupolosa

Medie/lunghe distanze

Slip mestruali e costumi da bagno mestruali (come Smoon)

Comodi, riutilizzabili, eco-responsabili

Necessitano più capi

Sessioni leggere o moderate

Oltre alle protezioni igieniche, la canotta/rega sportiva gioca anch’essa un ruolo importante durante l’attività fisica, e particolarmente durante il ciclo. Il seno è infatti più sensibile e merita un supporto aggiuntivo, che possono offrire le brassières Anita, Thuasne o Adidas

Se avete bisogno di rinnovare la vostra brassiére, scoprite la nostra guida alle migliori brassières per il running.

Smoon : culottes menstruels et maillots de bain menstruels

Mestruazioni e sport: un tema ancora tabù?

Negli ultimi dieci anni le mestruazioni, a lungo rimaste un tabù, stanno gradualmente trovando spazio nel dibattito sportivo. Ai Giochi Olimpici di Rio, nel 2016, l’atleta cinese Fu Yuanhui aveva lasciato il segno parlando apertamente del suo ciclo dopo una prestazione sottotono: "È perché il mio ciclo è arrivato ieri, quindi mi sento particolarmente stanca – ma non è una scusa."

Quella presa di posizione, ancora rara all’epoca, ha aperto la strada ad altre richieste. Nel 2022 le calciatrici inglesi hanno chiesto alla loro Federazione di smettere di imporre pantaloncini bianchi, giudicati inadeguati. Una richiesta ascoltata anche nel mondo della ginnastica, dove le francesi hanno sostituito alcune divise con body più pratici.

Dal lato degli allenatori e delle federazioni, la sensibilizzazione ai bisogni delle atlete progredisce, anche se permangono lacune, in particolare sul piano delle infrastrutture. Manon, che ha partecipato recentemente a un half Ironman – cinque ore di sforzo intenso –, ha sottolineato la palese mancanza di servizi igienici adeguati lungo il percorso, una carenza particolarmente problematica per le donne in ciclo. 

“Le donne dovrebbero poter affrontare questo argomento senza imbarazzo,” conclude. Se gli scambi sul ciclo si normalizzano lentamente, con un interesse crescente anche da parte degli uomini nell’ambiente sportivo, resta ancora strada da fare affinché il tema venga trattato con maggiore naturalezza. 

Activité sportive et règles douloureuses

Normalizzare il tema, sensibilizzare gli staff e adattare le infrastrutture sono tutte piste da esplorare per permettere alle sportive di allenarsi e competere in condizioni ottimali.

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