Ogni inverno, la montagna diventa il terreno di gioco preferito dagli appassionati di sport outdoor. Scialpinismo, freeride, racchette da neve… Se la ricerca di libertà spinge sempre più persone lontano dai sentieri battuti, comporta anche un pericolo ben reale.
Nella stagione 2024, le valanghe hanno provocato 85 incidenti in Francia, di cui 16 mortali. In questa stagione il numero è già salito a 15 incidenti mortali. La montagna è splendida, certo, ma non perdona.
Valanghe a ripetizione: cifre preoccupanti
Le statistiche dell’Association Nationale pour l’Étude de la Neige et des Avalanches (ANENA) sono inappellabili: gli incidenti legati alle valanghe restano un pericolo maggiore in montagna. Tra ottobre 2023 e settembre 2024, 85 incidenti sono stati rilevati in Francia, con 16 decessi. Se questo dato è inferiore alle medie delle decadi precedenti, rimanda a una realtà implacabile: la montagna non risparmia nessuna imprudenza.
Tendenza in calo dei decessi: falsa sicurezza?
Dal punto di vista statistico, la stagione 2023-2024 si inserisce in una tendenza alla diminuzione dei decessi osservata negli ultimi dieci anni. Con una media annua di 24,1 decessi tra il 2014 e il 2024, si registra una riduzione rispetto alle decadi precedenti, quando il numero superava le 30 vittime all’anno. Un miglioramento dovuto in parte a:
- Una maggiore sensibilizzazione sui rischi,
- Attrezzature di sicurezza più efficaci (DVA, zaini airbag),
- Una maggiore efficienza dei soccorsi grazie alle nuove tecnologie.
Ma questa evoluzione non deve oscurare un’altra realtà: se il numero totale di decessi diminuisce, il numero di incidenti resta elevato. In questa stagione 2024-2025, l’ANENA ha già registrato 15 incidenti mortali. Il bilancio sale a 18 a seguito dei tre nuovi decessi avvenuti nella catena della Belledonne.
Le condizioni meteorologiche variabili e l’aumento del numero di praticanti dello sci fuori pista contribuiscono a mantenere un livello di pericolo significativo.
Un manto nevoso sempre più instabile
Secondo l’Observatoire de Sécurité en Montagne, diversi fattori rendono il manto nevoso più fragile:
- Precipitazioni nevose irregolari, che creano strati di neve poco coerenti tra loro,
- Una successione di riscaldamenti e gelate che indebolisce la struttura,
- Accumuli di neve trasportata dal vento, particolarmente instabili sui versanti esposti.
Di conseguenza, alcune zone diventano altamente sensibili al distacco, sia in modo naturale sia per il passaggio di uno sciatore o di un escursionista.
Un aumento della frequentazione del fuoripista
Con l’entusiasmo crescente per gli sport invernali e la ricerca di libertà nella natura, sempre più sciatori si allontanano dalle piste segnalate. Tuttavia, solo una bassa percentuale di questi praticanti è realmente formata sui rischi di valanga. Il risultato: errori di valutazione che possono rivelarsi fatali.
Tra le principali cause degli incidenti troviamo:
- Valanghe scatenate dagli stessi sciatori (fattore principale nel 90% dei casi),
- Scarso conoscenza delle condizioni nivologiche,
- Assenza di attrezzatura di sicurezza adeguata.
Proteggersi dalle valanghe: una preparazione essenziale
Prima di avventurarSi fuori dai sentieri battuti, è fondamentale prepararsi adeguatamente per lo sci fuori pista, informandosi in particolare presso gli organismi competenti.
1. Informarsi prima di partire
Consultare il Bulletin d’Estimation du Risque d’Avalanche (BERA) è un riflesso essenziale. Pubblicato da Météo France, indica:
- Il livello di rischio (da 1 a 5)
- Le zone sensibili
- L’evoluzione delle condizioni nel corso della giornata
Le applicazioni mobili come Iphigénie o Géoportail permettono di visualizzare in tempo reale lo stato del manto nevoso e di pianificare un itinerario più sicuro.
2. Equipaggiarsi correttamente
L’attrezzatura di sicurezza è imprescindibile per ogni uscita fuoripista. Il trio DVA - pala - sonda è il minimo vitale:
- Il DVA (Rilevatore di Vittime di Valanga) permette di trasmettere e ricevere un segnale per ritrovare uno sciatore sepolto.
- La pala e la sonda consentono uno scavo rapido, essenziale perché l’80% delle vittime deve essere soccorso entro 15 minuti per sopravvivere.
- Lo , che aumenta le probabilità di restare in superficie in caso di valanga.
Secondo l’ANENA, 16 delle 27 vittime completamente sepolte nel 2024 sono state ritrovate grazie al loro DVA. Alcuni enti, come il CAF (Club alpin Français), offrono regolarmente formazioni di nivologia e all’uso delle attrezzature di sicurezza, gratuitamente.
3. Non trascurare la condizione fisica
Lo sci fuori pista richiede un’eccellente resistenza e un adeguato rinforzo muscolare. Una buona preparazione cardiovascolare migliora la reattività e la resistenza alle condizioni estreme. Una debolezza fisica può trasformare un semplice errore in tragedia.
4. Affidarsi a professionisti
Anche uno sciatore esperto non può competere con l’esperienza di una guida alpina. Questi professionisti sanno:
- Leggere la neve e anticipare i segnali di pericolo
- Scegliere gli itinerari più sicuri
- Formare gli sciatori ai corretti riflessi
Secondo l’École Nationale des Sports de Montagne, l’85% degli incidenti mortali in fuoripista riguarda praticanti non accompagnati.
5. Seguire itinerari protetti
Per ridurre i rischi, nuovi itinerari protetti sono ora accessibili tramite il sito Géoportail. Questo servizio, sviluppato dall’Institut National de l’Information Géographique et Forestière (IGN), propone oltre 4.000 percorsi adatti allo scialpinismo e alle racchette da neve. I massicci del Monte Bianco, delle Aiguilles Rouges e degli Aravis contano da soli 700 nuovi itinerari segnalati.
Altri rischi legati allo sci fuoripista
E se le valanghe restano la principale causa di incidenti in fuoripista, altri pericoli attendono i praticanti.
L’ipotermia
Le temperature estreme e il vento gelido possono far precipitare rapidamente la temperatura corporea. Un abbigliamento adeguato e capi termici idonei sono essenziali.
Cadute e lesioni
Fratture, distorsioni e traumi cranici sono frequenti nello sci fuoripista. Il uso del casco è indispensabile. In un ambiente esposto, una caduta può a volte essere fatale, soprattutto per gli sciatori meno esperti.
L’esaurimento
Le lunghe ascensioni e discese su terreni difficili sollecitano intensamente il corpo. Una buona gestione dello sforzo e dell’idratazione è fondamentale.
Sciare fuori pista è un’esperienza unica, ma va affrontata con serietà. Ogni inverno gli incidenti ricordano quanto la natura possa essere imprevedibile.
Con una buona preparazione, attrezzatura adeguata e una vigilanza costante, è possibile godersi la montagna in sicurezza. Ma una cosa è certa: la montagna non ammette improvvisazioni.